Stress e biofeedback
Nel trattamento delle malattie correlate a stress è applicato il biofeedback del segnale elettrodermico per la sua efficienza senza effetti collaterali indesiderati. Il biofeedback si basa sull’interazione tra paziente e una apparecchiatura tale da indurre nel paziente un controllo di una variabile fisiologica a controllo sottocorticale e automatico. Il biofeedback del segnale elettrodermico è in grado di produrre un effetto antinfiammatorio, analgesico e rilassante senza esporre il paziente a rischio iatrogeno.
Prima di ogni trattamento in biofeedback del segnale elettrodermico è opportuno inquadrare nel singolo paziente le cause e le conseguenze dello stress patito. Le risposte adattative a stress più comuni sono: insonnia, ansia, disturbi digestivi, alterazioni dell’appetito dolori, infiammazioni croniche e alterazione della risposta immunitaria. Si tratta solo di un elenco esemplificativo, perchè la risposta del singolo dopo esposizione a stress può riguardare funzioni e tessuti biologici ulteriori.
Preoccupazioni, mobbing, conflitti sospesi, scarso riposo, carenze nutrizionali, abuso di farmaci e intossicazioni sono le cause principali che provocano in ogni individuo una sindrome adattativa a stress. A parte le complesse reazioni fisiche e emozionali a stress, il volto è la parte del corpo che lo testimonia e lo rende almeno percepibile. La mimica dello stress attraverso l’espressione e la comunicazione non verbale evidenzia l’ esposizione a stress. Per contrastare efficacemente lo stress può essere impegnato Il biofeedback del segnale elettrodermico. Gli effetti possono essere gradualmente visibili e portano ad un miglioramento della risposta adattativa del paziente allo stress e una diminuzione delle conseguenze emozionali e somatiche sofferte. Il biofeedback è stato ispirato negli anni sessanta dal diffondersi della meditazione trascendentale. Si osservò che nello stato di meditazione l’attività elettrica del sistema nervoso centrale è caratterizzata da particolari onde denominate onde alfa. Il paziente che pratica meditazione produce maggiormente onde alfa ed aumentare così il rilassamento. In un primo momento il biofeedback fù pertanto assimilato ad una sorta di yoga tecnologico. Successivamente però questa impostazione lascio spazio a processi di avanzamento tutti occidentali e basati su un elevato standard di validazione.
Le sedute sono settimanali o bisettimanali e durano trenta di minuti. Il biofeedback ha un ruolo considerevole nel trattamento dello stress e può contribuire a ridurre il fabbisogno di terapia maggiormente invasiva. I farmaci spesso adottati per risolvere una situazione di stress causano a loro volta infatti ulteriori danni. Una corretta fase diagnostica precede ogni trattamento in modo da includere correttamente le pazienti per i quali il biofeedback è indicato ed escludere colore per i quali valgono le controindicazioni.
In caso ove fosse necessario Il biofeedback può essere però certamente somministrato insieme a terapia convenzionale con lo scopo di migliorare i risultati e di contenere le dosi dei farmaci. Per migliorare la risposta al trattamento è utile somministrazione del corretto turnover idrico verificato con l’analisi di composizione corporea e integrazione corretta di magnesio e potassio. Il biofeedback è una terapia medica. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e applicata da un medico dopo una diagnosi e con un preciso protocollo di inclusione nel trattamento. Le interazioni con lo stile di vita, la nutrizione e soprattutto con altra terapia come quella farmacologica è oggetto di valutazione preliminare al trattamento. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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