Ipersalivazione e biofeedback
Per l’ ipersalivazione stress correlata è utile il biofeedback come terapia della risposta adattativa ad un sovraccarico emozionale. Nel biofeedback il paziente è connesso ad una apparecchiatura che retroaziona una variabile prelevata dal paziente. Il biofeedback è una cura naturale priva di effetti indesiderati, che in una terapia integrata contribuisce a ridurre o evitare terapia maggiormente invasiva.
L’ ipersalivazione denominata anche ptialismo o scialorrea è l’eccessiva produzione di saliva. L’ ipersalivazione è pertanto una una eccessiva quantità di saliva nella bocca, sintomo di altre malattie o condizione a se stante. L’ ipersalivazione produce una difficoltà della deglutizione e a volte la produzione è tale che la saliva non permane in bocca, ma tende a colare dalle labbra. La saliva è secreta dalle ghiandole salivari e innervate dal parasimpatico. Quotidianamente vengono prodotti circa 1,5 litri di saliva. Il 70% della produzione di saliva è a carico della ghiandola sottomandibolare e della sottolinguale. Nell’ ipersalivazione questi quantitivi di saliva per iperstimolazione della ghiandola possono aumentare bruscamente. In condizioni di salute la saliva contribuisce alla pulizia meccanica della bocca, all’omeostasi orale, alla regolazione del pH orale. Ha inoltre funzione batteriostatica e battericida. La saliva è importante nella preparazione del bolo alimentare tramite l’enzima amilasi deputato alla digestione degli amidi. L’ ipersalivazione si osserva come sintomo di malattie organiche e come sindrome autonoma. La diagnosi esatta della cause nell’ ipersalivazione precede il trattamento. Si rammentano nella seguente lista solo alcune delle possibili cause per l’ ipersalivazione:
- stress
- parkinson
- protesi dentale
- ipervagotono
- prime trimestre di gravidanza
- farmaci
- malattie del cavo orale
- malattie del digerente
- malattie neurologiche
Il biofeedback è utile sopratutto nell’ ipersalivazione stress correlata per regolarizzare il sistema neurovegetativo. Quando l’ ipersalivazione è invece sintomo di altra malattia il biofeedback può essere comunque applicato a livello palliativo in un trattamento integrato del paziente che contempli comunque la terapia delle cause implicate. L’ ipersalivazione sine materia, non è una malattia grave, ma il sintomo inteferisce con le relazioni sociali e con il linguaggio, causando in tal modo un notevole disagio. Oltre un certo limiti è pertanto necessario il trattamento.
Nel trattamento si utilizzano favorevolmente sia il biofeedback del segnale elettrodermico, sia il biofeedback respiratorio. Il biofeedback del segnale elettrodermico emula per il paziente il potenziale di membrana correttto, interagendo in tal modo con il sistema neurovegetativo e con l’asse HPA. Le variazioni del potenziale di membrana negli spettri di frequenza più elevati è sono infatti da riferire al sistema neurovegetativo e dell’asse HPA. Il biofeedback del segnale elettrodermico emula, l’assenza di processi infiammatori, al fine di abbassare la risposta dell’asse HPA e, conseguentemente, il rilascio di glucocorticoidi. Questi ormoni non sono però implicati solo nell’ infiammazione cronica, ma anche nelle malattie stress correlate.
Il biofeedback respiratorio si basa sulla retroazione al paziente di un ritmo respiratorio sincronizzato al ritmo del battito cardiaco. Il biofeedback respiratorio permette al paziente una sincronizzazione tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco vantaggiosa alla vagotonia, condizione essenziale all’espressione di uno stato di relax. La relazione coerente tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco, induce una interferenza terapeutica sul sistema nervoso autonomo parasimpatico. Il paziente è connesso ad un fotopletismografo in grado di valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo che dopo aver misurato le variabili dipendenti dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, elabora un ritmo respiratorio che il paziente è chiamato a seguire tramite un visualizzatore grafico appositamente concepito.
Il biofeedback del segnale elettrodermico e il biofeedback respiratorio si somministrano in cicli di trattamento. La terapia è generalmente gradita dai pazienti, perché comporta un piacevole rilassamento. Per migliorare la risposta in terapia si associa al trattamento valutazione della nutrizione e si consiglia di bere il turn over idrico giornaliero dopo verifica tramite l’analisi di composizione corporea. Il biofeedback è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e un preciso protocollo di inclusione nella terapia. Anche le interazioni con altre forme di terapia, e le controindicazioni sono oggetto di valutazioni preliminari al trattamento che avvengono tramite visita e eventuali accertamenti. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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