Elettroliti e biofeedback
Il biofeedback del segnale elettrodermico è una apparecchiatura che retroazione il comportamento elettrico dei tessuti favorendo una reazione terapeutica nell’ organismo stimolato. Il segnale elettrodermico, implicato nel biofeedback è una variabile che risente anche di specifici elettroliti presenti nei vari comparti del corpo umano. La concentrazione degli elettroliti in un organismo non è omogenea e distribuita ma presenta differenze significative tra ambiente intracellulare ed extracellulare.
I due ambienti si differenziano nella concentrazione di elettroliti presenti sia per l’attività della membrana cellulare sia per la diffusione passiva dovute alla carica elettrica delle strutture proteiche presenti nei relativi comparti. La cellula umana tende ad accumulare al suo interno elettroliti che la portano ad una prevalenza di elettronegatività rispetto all’ambiente extracellulare. Questa caratteristica sulla quale basa il funzionamento del biofeedback comporta la stabilizzazione di un potenziale di membrana, ossia di una differenza elettrica tra i due lati della membrana, che corrisponde in condizioni di normalità, a circa 90mV. Lo scambio di elettroliti risulta quindi governato da fattori tre categorie di forze:
1) la tendenza alla diffusione per osmosi degli elettroliti
2) lo scambio attivo degli elettroliti con dispendio di energia
3) la forza elettrostatica tra elettroliti
Il potenziale di membrana, mantenuto delle forze indicate, permette alla cellula di vivere in salute ed esercitare una forza di attrazione rivolta ai nutrienti e\o molecole informazionali essenziali alla omeostasi. Una alterazione degli elettroliti, la loro distribuzione e dunque del potenziale di compromettere le attività vitali, il mantenimento del pH e la salute della cellula.
Il ruolo del biofeedback in questo contesto è di retroazionare per la durata di una seduta il segnale elettrotermico corretto al paziente, che per svariate malattie possa averlo alterato consentendo un recupero alle cellule e ai tessuti implicati. Il biofeedback del segnale elettrodermico attraverso la stimolazione del potenziale d’azione delle cellule, ottiene una ripolarizzazione cellulare con conseguente riequilibrio dell’ambiente intra ed extracellulare, favorendo la riduzione dello stato infiammatorio cronico e dello stress percepito.
Il biofeedback si somministra in cicli di trattamento la cui frequenza e estensione dipende dalla patologia trattata e dalla sua gravità. Le sedute di trattamento sono generalmente gradite dai pazienti, perché inducono un piacevole rilassamento. Per migliorare la risposta in terapia si associa al trattamento l’integrazione di elettroliti e si consiglia di bere il turn over idrico giornaliero dopo verifica tramite l’analisi di composizione corporea. Il biofeedback è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e un preciso protocollo di inclusione nella terapia. Anche le interazioni con altre forme di terapia, lo stile di vita, la nutrizione e le controindicazioni sono oggetto di valutazioni preliminari al trattamento che avvengono tramite visita e eventuali accertamenti. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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