Controindicazioni nel Biofeedback
Le controindicazioni nel biofeedback del segnale elettrodermico sono contenute ma sono da rispettare scrupolosamente. La terapia con biofeedback del segnale elettrodermico ha portato risultati nel ridurre l’infiammazione cronica con accettabile stabilizzazione nel tempo. Tale metodica ha evidenziato non invasività ed è priva di effetti collaterali, se si osservano le controindicazioni previste.
Il metodo è da valutare nelle infiammazioni cronica per ridurre la somministrazione di farmaci in particolare quelli cortisonici. Il biofeedback del segnale elettrodermico che provvede a trattamento non invasivo in numerose patologie funzionali o lesionali. Il biofeedback del segnale elettrodermico produce attraverso stimolazioni elettromagnetiche a bassa frequenza ed intensità, senza cessione di energia, una modifica della mobilità ionica e della ripolarizzazione di membrana. Le infiammazioni croniche CID’s sono caratterizzate da un alto livello di scambio ionico.
In tale contesto il biofeedback emula durante il trattamento, l’assenza bioelettrica di processi infiammatori, al fine di abbassare la risposta dell’asse HPA e il rilascio di glucocorticoidi endogeno. Anche se il biofeedback risulta non invasivo e senza cessione di energia, esso comporta all’induzione dei potenziali. La stimolazione in biofeedback del segnale elettrodemico è una controindicazione per specifiche categorie di pazienti affetti da:
- malattia cardiaca trattata con pacemaker
- epilessia
- scompenso cardiovascolare
- gravidanza
Nel rispetto delle controindicazioni indicate, il trattamento in biofeedback sviluppa un effetto antinfiammatorio, privo di effetti collaterali degni di nota. Terminato il trattamento in biofeedback dopo circa trenta minuti di applicazione, il paziente reagirà un’attivazione del sistema immunitario idonea a contenere le infiammazioni. Si consiglia per migliorare la risposta terapeutica nel biofeedback del segnale elettrodermico l’assunzione quotidiana del turn over idrico e integrazione di sistemi tampone. Particolarmente indicati per favorire la terapia con biofeedback è l’assunzione di sistemi tampone ricchi di magnesio e potassio.
Il biofeedback è una terapia medica. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e con un preciso protocollo di inclusione nella terapia. Le interazioni con lo stile di vita, la nutrizione e soprattutto con altra terapia come quella farmacologica sono oggetto di valutazione preliminare al trattamento. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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