Cervicale e biofeedback
Il biofeedback è utile per il dolore alla cervicale come antinfiammatorio, analgesico e decontratturante privo di effetti collaterali indesiderati. Nel biofeedback il paziente è connesso ad una apparecchiatura che retroaziona una variabile fisica prelevata dal paziente. Il biofeedback è una terapia naturale priva di effetti indesiderati, che contribuisce a ridurre o evitare terapia maggiormente invasiva. Il biofeedback è una terapia basata sulla interazione tra paziente e un tecnologia tale da indurre nel paziente un controllo di un suo comportamento normalmente inconsapevole.
Il dolore alla colonna cervicale è dovuto generalmente all’artrosi, una malattia molto diffusa. Gli anziani e sono particolarmente esposti, ma i dolori alla cervicale coinvolgono oggi fasce sempre più giovani della popolazione. Il dolore alla colonna cervicale si può diffondere verso le braccia e può coinvolgere anche le mani. La artrosi alla colonna cervicale può essere causata da fattori costituzionali e ambientali o da fattori scatenanti quali traumi. Il dolore alla cervicale come esito di processi degenerativi evidenzia agli esami radiologici le caratteristiche alterazioni dell’ artrosi. Le forme più impegnative di artrosi cervicale sono dovute ad una lesione dei dischi intervertebrali denominata discopatia. I sintomi caratteristici dell’artrosi cervicale sono: limitazione funzionale, dolore all’inizio del movimento, dolore al movimento, dolore la mattina, nausea, vomito, scotomi scintillanti, scotomi scuri, dolore alla spalla e al braccio, parestesie, insicuro uso della mano, ripercussioni cognitive su memoria e concentrazione.
Il biofeedback è una terapia da considerare in caso di dolore alla cervicale. Il suo valore non risiede soltanto nell’analgesia, in altre parole la sua capacità di contenere il dolore. Il biofeedback tramite gli effetti miorilassanti antinfiammatori e decontratturanti agisce sulle cause profonde del dolore. Le modalità di lavro del biofeedback nel trattamento del dolore alla cervicale sono due:
- biofeedback del segnale elettrodermico
- biofeedback respiratorio
La retroazione nel biofeedback del segnale elettrodermico consente di rigenerare la ripolarizzazione cellulare significa abbassare significativamente i processi flogistici e concorrere nell’indurre l’equilibrio tra acqua intracellulare e acqua extracellulare, tipica dell’ omeostasi priva di infiammazione. L’effetto antinfiammatorio consente di contenere la somministrazione dei farmaci modulatori della flogosi e dalla acidificazione tissulare tipica nel dolore alla cervicale.
Il biofeedback respiratorio permette al paziente una sincronizzazione tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco. La relazione coerente tra queste due variabili della vita, induce una attivazione dei processi di riparazione tissuale. Durante il trattamento con il biofeedback respiratorio si apprende come usare la respirazione in modo consapevole, superando durante la gara i limiti della respirazione automatica. Il soggetto in trattamento è connesso ad un fotopletismografo in grado di valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo. Dopo aver misurato le variabili dipendenti dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, il biofeedback elabora un ritmo respiratorio che il soggetto stimolato è chiamato a seguire tramite un visualizzatore grafico appositamente concepito.
Il biofeedback è prescritto e somministrato da un medico dopo una valutazione del soggetto secondo un preciso protocollo di inclusione nel trattamento. Le interazioni con la nutrizione, stile di vita e soprattutto con ogni forma di altra terapia è oggetto di valutazione preliminare al trattamento. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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