Biofeedback e infiammazioni croniche
Il biofeedback del segnale elettrodermico è una terapia valida nelle infiammazioni croniche, soprattutto per evitare o contenere l’uso eccessivo di farmaci. Il biofeedback è una terapia basata sulla interazione tra paziente e una apparecchiatura tale da indurre nel paziente un controllo di una variabile delle fisiologica a controllo sottocorticale e automatico.
Le infiammazioni o flogosi sono un meccanismo di difesa aspecifico, che costituisce una risposta biologica tesa a garantire la sopravvivenza. Le infiammazioni sono scatenate dal sistema nervoso centrale per mantenere l’omeostasi. Alle infiammazioni come reazione comandate dal sistema nervoso, contribuiscono agenti fisici, chimici e infettanti, che collaborano alla realizzazione del processo. Nelle infiammazioni avvengono una sequenza dinamica di fenomeni con caratteristiche relativamente costanti che si manifestano con un’intensa reazione vascolare.
Le infiammazioni sono modulate e controllate da sostanze endogene ovvero i mediatori biochimici della flogosi. Le infiammazioni sono tese a distruggere, ridurre e confinare l’agente endogeno o esogeno lesivo, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che favoriscono la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato. La necessità di modulare il danno prodotto dalle infiammazioni appare pertanto evidente con tale finalità terapeutica si applica il biofeedback del segnale elettrodermico. Il biofeedback è quindi fondamentale nelle infiammazioni locali o sistemiche come un metodo privo di controindicazioni significative . Il biofeedback per le infiammazioni croniche è idoneo ad abbassarle progressivamente, al fine di ridurre l’incidenza, o quantomeno l’intensità della sintomatologia.
La terapia a biofeedback del segnale elettrodermico ha portato risultati nel ridurre l’infiammazione cronica con accettabile stabilizzazione nel tempo. Tale metodica ha evidenziato non invasività ed è priva di effetti collaterali se si osservano le controindicazioni previste. Il metodo è da valutare nelle infiammazioni cronica per ridurre la somministrazione di farmaci in particolare quelli cortisonici. Il biofeedback del segnale elettrodermico che provvede a trattamento non invasivo in numerose patologie infiammatorie funzionali o lesionali. Per migliorare la risposta in terapia si consiglia l’assunzione del corretto turn over idrico misurato con l’analisi della composizione corporea e la somministrazione di integratori a base di magnesio associati a potassio.
Nel biofeedback l’attività elettrodermica è forse quella maggiormente utilizzata dalle apparecchiature. L’attività elettrodermica si valuta come resistenza elettrica cutanea, dovuta all’apertura delle ghiandole sudoripare che diminuiscono la resistenza al passaggio della corrente attraverso il derma. Il biofeedback si somministra in cicli di trattamento la cui frequenza e estensione dipende dalle patologie trattate. Le sedute di trattamento sono generalmente ben accette dai pazienti.
Il biofeedback è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e applicata da un medico dopo una diagnosi e con un preciso protocollo di inclusione nella terapia. Le interazioni con lo stile di vita, la nutrizione e soprattutto con altra terapia come quella farmacologica è oggetto di valutazione preliminare al trattamento. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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