Squilibri idroelettrolitici e biofeedback
Il biofeedback del segnale elettrodermico affianca o conclude molti trattamenti sopratutto in relazione agli squilibri idroelettrolitici. Con il biofeedback, una precisa funzione corporea viene monitorata con l’uso di elettrodi o di trasduttori applicati sulla pelle del paziente. I segnali captati vengono elaborati ed reiniettati al paziente.
Tutte le cellule risentono degli squilibri idroelettrolitici che alterano il potenziale di membrana. Il biofeedback del segnale e agisce regolando il potenziale di membrana cellulare. In condizioni di equilibrio fisiologico, la cellula tende ad accumulare al suo interno elementi che la portano ad una prevalenza di elettronegatività rispetto all’ambiente extracellulare. L’ infiammazione cronica determina invece un aumento degli elettroliti extracellulari e ad una perdita di quelli intracellulari. Queste alterazioni e, a livello sistemico, ad una disidratazione con perdita di elettroliti, richiamati dai distretti infiammati per mantenere stabile il pH extracellulare. Il persistere di questa perdita sistemica comporta un abbattimento delle riserve dei sistemi tampone fosfato e bicarbonato. Il perdurare dello scompenso ionico nei distretti porta ad una alterazione del potenziale di membrana. Le zone affette da processi infiammatori cronici sono caratterizzate precise alterazioni bioelettriche. Il biofeedback del segnale elettrotermico procede dopo analisi del segnale acquisito a opportuni procedimenti di correzione. Il biofeedback pertanto è una stimolazione di compensazione ionica in grado di riequilibrare il livello di scambio intra-extra cellulare nei distretti soggetti ad infiammazione cronica e quindi di ridurre lo stato di flogosi, abbassando conseguentemente la concentrazione di glucocorticoidi.
Dopo il trattamento in biofeedback, terminata l’emulazione, l’organismo reagirà ai processi infiammatori generando una adeguata attivazione del sistema immunitario. Durante tutto il trattamento con biofeedback la stimolazione è una retroazione tra paziente e strumentazione senza cessione di energia. L’effetto terapeutico del biofeedback sul sistema neurovegetativo può essere impegnato oltre che negli squilibri idroelettrolitici anche in tutte le problematiche di tipo infiammatorio e nella gestione delle malattie stress correlate.
Il biofeedback del segnale elettrodermico si applica da solo o affianca altra la terapia. Quando possibile si affianca a metodiche naturali come fitoterapia, omeopatia e agopuntura. In caso ove fosse necessario Il biofeedback può essere però certamente somministrato insieme a terapia convenzionale con lo scopo di migliorare i risultati e di contenere le dosi dei farmaci. Per migliorare la risposta al trattamento è utile somministrazione del corretto turnover idrico verificato con l’analisi di composizione corporea e integrazione corretta di magnesio e potassio. Il biofeedback è una terapia medica. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e applicata da un medico dopo una diagnosi e con un preciso protocollo di inclusione nel trattamento. Le interazioni con lo stile di vita, la nutrizione e soprattutto con altra terapia come quella farmacologica è oggetto di valutazione preliminare al trattamento. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
- Biofeedback e squilibri idroelettrolitici