Libido e biofeedback
Il biofeedback può essere impegnato nelle alterazioni della libido per le forme correlate a stress come causa o come conseguenza. Le tecniche di biofeedback si basano sulla interazione tra paziente e una apposita strumentazione. Il biofeedback retroaziona sul paziente una sua variabile fisiologica controllata dalle aree sottocorticali del sistema nervoso centrale.
La libido definisce un impulso proveniente dalle aree sottocorticali del sistema nervoso centrale finalizzato alla realizzazione di bene immaginato o reale. Alla libido si oppone fisiologicamente la destrudo, un impulso finalizzato alla distruzione di un male immaginato o reale. Libido e destrudo nella concretezza sono soggetti alla capacità del sistema nervoso centrale di discriminare il bene dal male in modo automatico e istintuale. La libido nella definizione appena fornita non esprime necessariamente nella sfera sessuale, anche se questa è certamente quella di maggiore impatto. Le teorie sulla libido sono state divulgate al grande pubblico e in epoca recente principalmente dalla scuola psicanalitica, anche se esse fanno parte della storia della medicina molto prima e sopratutto indipendentemente dal contributo di Freud.
In tutte le medicine tradizionali di varie culture precedenti la nostra la contrapposizione tra una pulsione costruttiva e distruttiva è alla base della salute se raggiunge una omeostasi. Al contrario la malattia è un equilibrio subottimale o allostatico tra libido e destrudo. Anche la fisiologia riconosce nella salute una omeostasi tra processi anabolici e catabolici. Il raggiungimento di un tal equilibrio omeostatico dipende dalla condotta nella vita e dal possesso di informazioni. Le informazioni necessarie per un equilibrio favorevole tra libido e destrudo non sono certo culturali e corticali. Al contrario si tratta della capacità del sistema nervoso allocate nelle aree sottocorticali e nel sistema nervoso autonomo che gestisce il neurovegetativo.
Un alterato equilibrio tra libido e destrudo indipendentemente dalle cause si esprime oltre che a livello somatico con malattia anche con una sessualità caratterizzata da sofferenza. La perdita di una omeostasi del desiderio può determinare a seconda dei casi un aumento della libido con tutto il variegato corteo sintomatologico della ipersessualità. Molto più frequentemente la perdita della omeostasi nella espressione di sessualità determina il calo del desiderio o deficit di libido. Sopratutto nelle società caratterizzate da benessere e da sistemi di assistenza sanitari evoluti si assiste maggiormente a questa problematica.
Il biofeedback è uno strumento privo di controindicazioni applicabile per tutte le alterazioni della libido quando connesse a stress sia come causa, sia come conseguenza. Il biofeedback non è la terapia sintomatica delle alterazioni della libido, ma al contrario tratta le condizioni stressogene che alimentano o derivano dal disturbo. A tal scopo si utilizzano favorevolmente il biofeedback del segnale elettrodermico e il biofeedback respiratorio. Il biofeedback del segnale elettrodermico emula per il paziente il potenziale di membrana correttto, interagendo in tal modo con il sistema neurovegetativo e con l’asse HPA. Le variazioni del potenziale di membrana negli spettri di frequenza più elevati è sono infatti da riferire al sistema neurovegetativo e dell’asse HPA. Il biofeedback del segnale elettrodermico emula, l’assenza di processi infiammatori, al fine di abbassare la risposta dell’asse HPA e, conseguentemente, il rilascio di glucocorticoidi. Questi ormoni non sono però implicati solo nell’ infiammazione cronica, ma anche nelle malattie stress correlate.
Il biofeedback respiratorio si basa sulla retroazione al paziente di un ritmo respiratorio sincronizzato al ritmo del battito cardiaco. Il biofeedback respiratorio permette al paziente una sincronizzazione tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco vantaggiosa alla vagotonia, condizione essenziale alla espressione della libido. La relazione coerente tra ritmo respiratorio e ritmo cardiaco, induce una interferenza terapeutica sul sistema nervoso autonomo parasimpatico. Il paziente è connesso ad un fotopletismografo in grado di valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo che dopo aver misurato le variabili dipendenti dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, elabora un ritmo respiratorio che il paziente è chiamato a seguire tramite un visualizzatore grafico appositamente concepito.
Il biofeedback del segnale elettrodermico e il biofeedback respiratorio si somministrano in cicli di trattamento. La terapia è generalmente gradita dai pazienti, perché comporta un piacevole rilassamento. Per migliorare la risposta in terapia si associa al trattamento valutazione della nutrizione e si consiglia di bere il turn over idrico giornaliero dopo verifica tramite l’analisi di composizione corporea. Il biofeedback è una terapia. Pertanto è opportuno che il biofeedback sia prescritto e somministrato da un medico dopo una diagnosi e un preciso protocollo di inclusione nella terapia. Anche le interazioni con altre forme di terapia, e le controindicazioni sono oggetto di valutazioni preliminari al trattamento che avvengono tramite visita e eventuali accertamenti. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il biofeedback non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma stabilisce con esse una virtuosa sinergia.
Dott. Fabio Elvio Farello, Biofeedback a Roma
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